Le collezioni e la storia della biblioteca
Le collezioni.
Attualmente la Biblioteca annovera:
- circa 120.000 volumi, tra pubblicazioni afferenti alle principali aeree disciplinari di interesse geografico (geografia, geodesia, cartografia, topografia, astronomia, storia della cartografia, esplorazioni e scoperte, viaggi, antropologia, etnografia, urbanistica, pianificazione territoriale, telerilevamento, informatica, GIS, ecc.) e pubblicazioni a carattere militare e quelle di cultura generale di interesse delle Forze Armate (pubblicazioni di carattere storico-militare, storico-politico, giuridico, economico-sociale, amministrativo, linguistico, sociologico, ecc.);
- una collezione di atlanti dal 1570 ad oggi , costituita da 700 esemplari;
- una cartoteca, costituita da carte preunitarie e moderne, quest'ultime provenienti in gran parte da scambi con omologhi enti cartografici stranieri;
- un'emeroteca che annovera circa 750 testate nazionali ed estere, provenienti quasi tutte dall'attività di scambio con le due riviste edite dall'I.G.M.: L'Universo ed il Bollettino di geodesia e scienze affini;
- collezioni di fotografie, le più antiche delle quali risalgono al 1865.
Opere antiche.
Nel settore dei libri antichi, la Biblioteca possiede:
n. 2 incunaboli
n. 22 cinquecentine
n. 19 edizioni del XVII secolo
n. 128 edizioni del XVIII secolo
Alcune delle opere di maggior pregio possedute dalla Biblioteca
- la Legenda aurea di Jacopo da Varagine, edito nel 1478 da Johannes Zainer;
- una edizione veneziana delle Rime e Trionfi del Petrarca del 1488;
- la 1a e 5a edizione, rispettivamente del 1570 e del 1595, del Theatrum Orbis Terrarum di Abramo Ortelio;
- la difesa et offesa delle piazze, manuale di fortificazioni e di arte bellica del 1654 di Pietro Paolo Floriani da Macerata;
- l'Isolario di Benedetto Bordone, atlante delle isole più famose del mondo allora conosciuto, del 1547;
- il Theatro delle città d'Italia del Bertelli, stampato nel 1629;
- la Carta d'Italia di Giovanni Antonio Magini, incisa dal Wright e pubblicata nel 1608, unico esemplare conservato in Italia;
- un manoscritto autografo di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, con le osservazioni astronomiche e trigonometriche
occorse per la costruzione della carta fondamentale del Regno delle Due Sicilie.
Gli atlanti.
Una raccolta importante è rappresentata dalla collezione di atlanti geografici di tutto il mondo, antichi e moderni. Segnaliamo, fra i più significativi, l'edizione del 1595 del l'Atlante d'Italia di Giovanni Antonio Magini, stampato a Bologna nel 1620
La storia.
La biblioteca dell'IGM si è costituita fin dall'insediamento dell'Istituto nella sua sede storica di Firenze, nel 1865.
Essa è dislocata in suggestivi ambienti, già appartenuti al Convento della SS. Annunziata, tra i quali spicca il monumentale salone del 1694, impreziosito da due affreschi raffiguranti episodi della vita dell'Ordine dei frati Serviti. Il nucleo originario del patrimonio librario e cartografico della biblioteca si costituì con le opere provenienti dalle raccolte di testi e carte possedute dagli istituti ed enti cartografici degli Stati italiani preunitari, dai quali sono pervenuti all'IGM opere di Tommaso Borgonio, attivo in Piemonte nel XVII secolo, di Giovanni Inghirami, autore della prima carta geometrica del Granducato di Toscana, di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, che lavorò tra il XVIII ed il XIX secolo alla realizzazione della prima carta geodetica del Regno delle Due Sicilie. Con l'inizio dei lavori della Gran Carta d'Italia, che doveva dare la prima omogenea copertura cartografica a tutto il territorio nazionale, questo materiale cominciò ad assumere notevole interesse storico-archivistico. Alla fine degli anni '80 del 1800, l'insieme dei documenti era diventato di tale mole da esigere una sistemazione biblioteconomica. Nel 1908 fu completato l'inventario di tutto il materiale posseduto e la biblioteca cominciò ad espletare le sue funzioni, ma si dovette attendere il 1938 per le definitiva apertura al pubblico. nel 1928 essa era diventata anche Biblioteca militare del Presidio di Firenze. Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1944, essa, insieme a tutto il resto dell'Istituto, fu trasferita a Dobbiaco - Toblach (BZ) e ritornò nella sua sede originaria al termine delle ostilità nel 1945. Fin dalla sua costituzione, la biblioteca ha visto le proprie raccolte arricchirsi grazie ad acquisiti, doni, scambi e lasciti (a riguardo si segnalano i fondi cartografici Muller, Bianconi, Pasqui Cartoni, Tordi e De Filippi).
Nel 2002 la biblioteca è stata intitolata ad Attilio Mori (1865-1937), topografo dell'IGM, direttore della stessa biblioteca e professore emerito dell'Università degli studi di Firenze.